Che il progetto Drag Queen Academy sia una delle manifestazioni più interessanti, che il territorio bolognese propone, lo si evince dalla partecipazione di pubblico e dall’attenzione social che questa “scuola di formazione Drag” sta suscitando.
Dopo la seconda lezione (e successiva esibizione) degli allievi iscritti, sono evidenti i miglioramenti ma soprattutto cominciano a delinearsi personaggi e talenti diversi, ma ben caratterizzati.
Trovare la propria strada artistica, la propria cifra stilistica e creare un personaggio credibile e preparato è l’obiettivo di chiunqua faccia spettacolo ed è il fine ultimo di questa Academy.
Le prove che i giovani studenti dovranno ancora affrontare sono, perciò, ancora tante e abbracceranno tutti i campi dell’intrattenimento Drag.
La preside Simona Sventura ha deciso di cominciare a testare le loro capacità con una classica “SFIDA” a colpi di IMPERSONATOR, che ha riempito il locale OFF (che ospitava la serata) di tanti e tante “STAR” del mondo della misica.
A vincere la serata, grazie ai voti della giuria presieduta da Alyssa Van Delle, è stato il drag king DEVILLE LEBLEU, conosciamolo meglio.
Ciao Deville, sei l’unico Drag King in gara, come nasce la voglia di far uscire la tua parte maschile?
Ciao Matteo, innanzitutto volevo ringraziarti. Sia Deville che Ilaria sono molto onorati di essere intervistati da te.
Credo che in ognuno di noi esista una parte femminile ed una maschile, che possono essere più o meno evidenti all’interno del carattere di una persona. Io convivo da sempre con il mio Deville interiore e ad un certo punto ho pensato che sarebbe stato interessante dargli spazio e vedere dove poteva arrivare e cosa aveva da dire, invece che tenerlo da parte o nasconderlo.
Comunque da che ho memoria, ho sempre avuto un occhio di riguardo per i personaggi maschili, li ho sempre trovati più interessanti. A teatro, se dovevo immedesimarmi in un carattere, preferivo Otello a Desdemona, o meglio ancora Lago (evvia i cattivi!).
Per quanto riguarda la scena Drag, è un vero peccato che i King siamo così poco numerosi e conosciuti rispetto alle colleghe donne; sono fermamente motivat* a far conoscere al pubblico anche quest’altra faccia della medaglia e ce la metterò tutta per farmi spazio, malgrado io sia molto felice di essere un “beato tra le donne”.
Nella gara di impersonator hai portato sul palco uno strepitoso Piero Pelù che ti ha permesso di vincere la serata. Come hai scelto questo personaggio?
Perché Piero? Beh, semplicemente non avrei potuto scegliere altro. Il mio amore incondizionato per Pelù e per i Litfiba è ben noto a chi mi conosce e per me, vestire i panni di Piero per un giorno, è stato una sorta di omaggio all’artista e alla sua musica. E poi il mio motto è: se non puoi incontrare Piero Pelù di persona, allora sii tu il tuo Piero Pelù personale! E così è stato.
Sono stata molto onorata che la giuria abbia capito e premiato la mia performance anche se in realtà speravo di fare meglio, so che avrei potuto dare molto di più, ma ci si è messa di mezzo l’emozione.
Un motivo ulteriore per continuare a lavorare sul mio personaggio King e sulle sue potenzialità.
A seguire la tua esibizione c’era anche il tuo compagno, come ha preso il fatto di essersi portato a casa Piero e non Ilaria?
Scherzi? Quanta gente può dire di essersi portata a casa una star? Certo, a lui è capitato Piero Pelù e magari avrebbe preferito Christina Aguilera, ma quello passava il convento. Almeno ha capito perché gli chiedo sempre di sbarbarsi: il pelo punge! A parte gli scherzi, la prima volta che mi sono vestita da uomo davanti a lui era piuttosto interdetto, sono certa che si fa ancora tante domande a riguardo, ma sa anche che sono una persona eccentrica e che mi piace cimentarmi con il makeup, le performance e i costumi, per cui semplicemente è felice che io faccia qualcosa che mi rende felice.
E’ il mio fan numero uno.
Prima di salutarti volevo ringraziare anche Simona Sventura per questa opportunità per me davvero significativa. Ho molte idee in serbo per voi e non vedo l’ora di realizzarle.
E ricordate: sostenete i Drag King!
Tosto eh questo Deville!
Ma passiamo alla seconda classificata: lei si chiama ELTANIN ed è una Bio Queen.
Le Bio Queen sono forse una delle novità più recenti e sono delle donne (BIOlogiche, appunto) che portano sul palco tutta la favolosità di una Drag Queen.
Spesso appassionate di trucco e moda, trovano nell’eccesso e nella giocosità del mondo Drag una
perfetta via per divertirsi e fare spettacolo.
Eltanin è stata elogiata per la sua perfezione nel trucco impersonator in particolare da un altro nostro giudice: Emiliano Newmode, truccatore per Dior.
Carissima, tu arrivi all’academy avendo già alle spalle una solida preparazione come make up artist, cosa ti aspetti da questa Academy?
Senza dubbio il make-up è ciò che mi ha fatto avvicinare al mondo drag. Sappiamo bene però che il make-up non è tutto e l’Academy mi da modo di imparare a mettere insieme performance, interazione con il pubblico e public speaking. Queste cose sono decisamente fuori dalla mia “comfort zone” e con l’aiuto dei coach spero di poter migliorare.
La tua interpretazione di Christina Aguilera ha stupito tutti per la perferzione dei dettagli, sei così attenta e precisa anche nella vita? Che segno sei?
Non credo che il segno incida molto, anzi (ride). Sono nata sotto il segno dei pesci e sono una gran pigra ma per ciò che riguarda le mie passioni e il mio lavoro sono un’inguaribile perfezionista. In compenso ho una mente molto creativa e cerco di raggiungere il migliore dei risultati con i mezzi che ho a disposizione.
Sempre più ragazze si avvicinano al mondo delle Drag Queen e il fenomeno Bio Queen sta diventando una realta, da cosa è dovuto secondo te?
Sicuramente RuPaul’s Drag Race ha fatto emergere il mondo delle drag queen e ha dissipato molti dubbi sul lavoro che sta dietro al drag. Tutto ciò ha portato ad un aumento degli eventi e ha reso questo mondo più accessibile Non so cosa possa portare delle ragazze ad avvicinarsi a questo. per ciò che mi riguarda è stato amore a prima vista per quelle donne esagerate e piene di lustrini. Avere la possibilità di provare ad essere una di loro è sicuramente una bellissima esperienza che mi sento di consigliare a tutti coloro che ci hanno pensato almeno una volta nella vita!
Grazie Eltanin, e passiamo a chi si è classificato al terzo posto.
Qui troviamo un parimerito. Due ragazzi giovani, entrambi molto entusiasti di questa Academy, che hanno conquistato la giuria ( e in particolare Lorenzo Pedergnana, ideatore di Stargayte) con la loro determinazione.
Le scelte dei personaggi da interpretare sono state totalmente diverse, se GENDERINA ha puntato su una Cristina Aguilera fresca e sensuale, ARTEMISIA ha portato in scena una “magrissima” e iconica Mina.
Essere una “drag” per me è prima di tutto una posizione politica. In Italia abbiamo ancora tanti problemi culturali (vedi misoginia, omotransfobia, razzismo) e il concetto di genere spesso è imposto in modo estremamente rigido e violento: per le donne e le frocie è stressante o pericoloso anche semplicemente camminare per strada, perché la società ci forza addosso la sua visione del genere con la violenza, fisica e verbale. Io vedo le drag come un modo di giocare con il genere, renderlo un concetto meno serio e più accessibile e sperimentabile. Voglio prima di tutto divertirmi e sentirmi bene; ma specialmente usare il travestimento per connettermi con gli altri, sia con le altre favolose drag queen e king, sia con tutte le persone che amano e si sentono ispirate dal mondo drag. E poi travestirsi paradossalmente può dare forza e renderti più sicura anche quando ritorni nei tuoi panni.
Il tuo personaggio nasce con lo scopo di “confondere i generi” mischiando peli e tacchi a spillo, dico bene? quanto c’è di te in questo personaggio?
Genderina è una creatura strana, notturna, che sbuca strisciando dai tombini in via Marconi, ibrida, de-generata, sfatta, ubriaca, scoppiata, languida, però si crede sexy. Genderina è a metà tra travestito e diva del cinema deceduta in incidente stradale. Ha i peli sotto le ascelle, e una foresta tra le gambe… Genderina butta il drink in faccia a chi le consiglia di depilarsi per essere più femminile, non vuole soddisfare gli ideali di bellezza di qualcun’altro, ma cerca la bellezza e l’identità sul suo corpo, oltre alle mode e alle convenzioni culturali. E come Genderina anche io Andrea amo confondere i generi, anche e specialmente nella mia vita quotidiana.
Quando esco di casa non mi chiedo se quello che indosso sia maschile o femminile, ma se mi fa sentire bello e ad agio con me stesso. A volte lascio libera la mia anima nerd, vesto sciatto e metto la stessa felpa sporca per una settimana; altre metto i tacchi, e poi porto sempre trucco e smalto, anche al lavoro. Non mi interessa seguire il confine di genere che la nostra cultura ha tracciato, io vedo la bellezza particolare di chi porta l’ombretto e anche le gambe indecorosamente pelose.
Nella puntata impersonator hai portato sul palco una bellissima Christina Aguilera, è un tuo idolo musicale o una scelta pensata per puntare al podio?
Non ho potuto non scegliere Xtina, è la star della mia adolescenza! Pensa che ho passato il liceo chiuso nella mia stanzetta, libri di algebra e Christina a massimo volume, provandoci sopra a scuarciagola tutti gli strilli e gli urletti svolazzanti (per la gioia dei vicini bacchetto).
Impersonando Christina, Genderina ha voluto dimostrare a sé stessa che può restare sobria per una serata intera, ed essere figa e rispettabile proprio come le donne della televisione.
Che Genderina voglia continuare sulla via della rispettabilità, questo è tutto da vedere…
Preferisce i viali…
E con questa intevista abbiamo conoscito meglio quattro dei nostri allievi, ma solo venendo a vedere le loro esibizioni avrete la possibilità di conoscere tutti gli altri e vedere le diverse deglinazioni della parola Drag che sono presenti sul nostro palco.
Allora vi aspetto , Domenica 25 novembre a Bologna ……. per una nuova serata targata DRAG QUEEN ACADEMY
Matteo Divine Miglio